Un nuovo esperimento legato all’agricoltura sostenibile è nata a Borgonovo, è il progetto di Elia e Giada e si i chiama “Il filo di salice”
Si chiama Filo di Salice, una piccola realtà nata quattro anni fa nella cittadina di Borgonovo Val Tidone nel piacentino, dalle mani di Elia e sua moglie Giada. Si trasferiscono a Torino, poi Amsterdam, Berlino e infine Londra, dove vivranno per otto anni.
Elia inizia a lavorare in una palestra di arrampicata, con annesso un bar che utilizza prodotti esclusivamente coltivati in un orto a sua disposizione. Qui vengono seminati ortaggi con principi di permaculture e agricoltura sostenibile. Affascinato da questo metodo agricolo sceglie, insieme a sua moglie, di abbandonare la vita confusionaria cittadina e ritornare alle sue terre, con l’obiettivo di dar vita a un’attività con gli stessi principi sostenibili visti nell’orto londinese.
La sperimentazione inizia con la scoperta di innovative tecniche di permacultura come il chicken tractor, la rotazione di oche negli appezzamenti di terreno finiti e la coltivazione di ortaggi senza l’utilizzo di sostanze chimiche e pesticidi. Infine, svela Elia, il loro grande obiettivo è aumentare la sostanza organica nei terreni, che oggi registra una percentuale del 2,5 per cento contro quella dello 0,2 della Pianura Padana.
La soluzione adottata dalla famiglia di Elia per un terreno più ricco è la copertura del suolo con paglia ed erbacce, le quali sono in grado di mantenere il terreno costantemente inerbito, in continuo sviluppo e salvaguardato dalle altissime temperature che si presentano d’estate. Inoltre, tutto ciò che viene dato alle piante viene prodotto esclusivamente da Elia.
Ne è un esempio il Green Garden Liquid Fertiliser, un fertilizzante naturale composto da una percentuale di letame, di erbacce spontanee e di consolida (pianta ricca di boro, fosforo e potassio). Il Filo di salice si racconta così, come un sistema agricolo complesso e con linee guida green fondato sulla continua ricerca di iniziative sostenibili condivise in una cerchia di ragazzi con gli stessi interessi. “Il contadino è come fare l’artista, il suolo è la sua tela sui cui è libero di dipingere e sperimentare per un prodotto in questo caso, ecologico e a chilometro zero”.
Articolo di Caterina Tosca